Wanderlust?! Mentre oggi guidavo per tornare a casa, come al solito, sono stata assalita da tanti pensieri, che poi si sono trasformati in un monologo interiore! Quando mi succede ciò, ho l’assoluto bisogno di scrivere tutto quello che mi passa per la mente e metterlo subito nero su bianco, proprio come sto facendo ora.
Ho bisogno di scrivere qualcosa di getto, lasciare per un attimo i post informativi e quelli del “cosa vedere a..”, e dedicarmi al flusso di pensieri!
Il titolo che ho voluto dare all’articolo di oggi è “Cos’è il Wanderlust per me“, che non c’entra niente con tutti gli altri articoli che associano la malattia del viaggiare ad un gene, ma è il sentimento del viaggio che si fa sentire, involontariamente, durante la giornata.
I pensieri sono iniziati stamani in libreria e da qui voglio partire:
Il Wanderlust è quando vedi una libreria e non resisti alla tentazione di entrarci, puntando subito allo scaffale dei viaggi.
Adoro entrare nelle librerie e aprire le pagine colorate di questi libroni da sogno, che racchiudono immagini e itinerari che ti fanno venire voglia di partire all’istante! Poi guardo il prezzo e mi accorgo di avere solo delle farfalle nel portafoglio.. ma il mio Wanderlust mi rassicura subito e mi fa comprare due libri (sempre di viaggi eh!) che complessivamente raggiungono lo stesso prezzo di quel singolo, ma bellissimo, libro.
Poi ovviamente il primo libro non me lo tolgo dalla testa, ma il mio compleanno è passato da poco (emmm pochi mesi) e le persone sono sempre in tempo con i regali!
Il Wanderlust è non fare shopping, perché i vestiti sono troppi e i biglietti mai abbastanza.
Sì, sono una di quelle ragazze che può fare a meno di comprarsi un vestito nuovo ogni mese, che non sbava dietro alle scarpe e che preferisce avere tre borse anziché una decina da abbinare a seconda dei colori!
Il mio armadio non è vuoto, sia chiaro, ma preferisco comprarmi un biglietto per spostarmi, mettere benzina per andare in qualche posto che non ho ancora visto, prendere dei ticket d’ingresso per musei o parchi, piuttosto che andare in giro per i negozi, con appresso delle buste piene di oggetti di cui posso anche fare a meno.
Il Wanderlust è riscoprire posti già conosciuti ma da diverse e nuove prospettive.
Quando non sono in viaggio in luoghi distanti da casa, cerco di attenuare la mia voglia di spostarmi andando a visitare delle zone qui in Sardegna e rivedere i luoghi da altre prospettive: ad esempio camminare per le vie di un paese che ho sempre dato per scontato, visto sempre e solo di passaggio, e scoprire che nasconde dei posticini deliziosi di cui non avevo idea.
Prendere in mano la mia inseparabile amica reflex e farmi un giretto in zona per catturare immagini da posizioni diverse dal solito, o salire in auto senza una meta e fermarmi quando un luogo mi incuriosisce e so che arricchirebbe i miei album.
Il Wanderlust è stare in aereo, ritornando da un viaggio, e pensare già al prossimo.
Ormai non conto più le volte in cui sono in viaggio e già sto pensando alla prossima meta, o meglio ancora, quando sto organizzando un viaggio e mi vengono tante idee per altri luoghi da visitare. Il Wanderlust mi fa vivere costantemente con la mente rivolta a tante destinazioni, itinerari, mete paradisiache e on the road.
Non è un costante bisogno di stare sempre in vacanza, come molti possono pensare, ma è una necessità che spinge ad esplorare e allargare le proprie conoscenze. Che si parli di luoghi, borghi e città o di cultura, tradizione e leggende.
Visitare i castelli e conoscere la loro storia, passeggiare tra i parchi nazionali e le montagne, assaporando l’aria fresca e ascoltando il rumore della natura, camminare tra le vie dei borghi senza una destinazione, godendo delle piccole cose come i fiori appesi ai balconi o i portici di pietra.
Il Wanderlust è innamorarsi di tutto ciò su cui è raffigurato un segno da viaggio.
Avete presente quell’insana voglia di avere intorno a voi solo cose che raffigurano il viaggio?
E allora parte quel desiderio di tatuarsi un’aereo, una mappa, una bussola o i punti cardinali, di comprare una cartina dove segnare i posti già visitati, e appenderla orgogliosi al muro. Quella voglia di comprare lenzuola, orologi, agende, cover per cellulari, e chi più ne ha ne metta, con scritte come “road”, “trip”, “travel” e ovviamente “wanderlust”!
Quando si vedono tutti questi piccoli oggetti in un negozio, o in qualche foto su Facebook è subito amore a prima vista!
https://www.instagram.com/p/BUNBqRhjb6z/?taken-by=viaggiarelontano&hl=it
Il Wanderlust è essere curioso dei viaggi altrui.
Quando incontro qualcuno che so che è appena tornato da un viaggio, ha visitato posti in cui io non sono mai stata, o viaggia tanto, partono subito le domande a raffica. E’ stato bello? Ti sei trovato bene? Quanto ci sei stato? Come sono le persone del posto? Cosa hai visitato? Tipo un terzo grado insomma!!!
Poi conosco persone che quando faccio ritorno e mi incontrano, l’unica cosa che sanno dire è “che bello!” e poi finisce lì, non hanno domande di nessun tipo e nessuna curiosità! Ma che soddisfazione c’è a non viaggiare tramite le storie altrui, stando seduti davanti ad una tazza di caffè? Io non ce la faccio!
Coloro che hanno il viaggio nel cuore sono persone curiose, che chiedono, che vogliono informarsi e che amano sentire le storie degli altri viaggiatori.
Quando sono partita per il primo viaggio da sola non pensavo di farcela, ma è stata un’esperienza bellissima: è stato incontrare tantissime persone negli ostelli, nei treni, nei luoghi da visitare, e parlare, conoscersi e scambiarsi avventure passate. E’ stato riempirsi di racconti da tutto il mondo, e viaggiare insieme tramite i racconti. Qualcosa di meraviglioso e umano: senza cellulare, senza internet, solo delle persone che ridono insieme e si scambiano storie di vita.
Il Wanderlust è la voglia di imparare lingue nuove.
Lo ammetto, a scuola non ero portata per le lingue! Odiavo l’inglese, e il francese ancora di più, le regole non mi entravano in testa e non riuscivo ad appassionarmi alle lingue straniere. La frase più stupida a cui pensavo era “Tanto a che mi serve”. Ora ripensandoci tornerei indietro solo per darmi un colpo in testa e farmi svegliare dalla stupidità adolescenziale!
Oggi le lingue sono ciò che più amo al mondo! Dopo aver vissuto in Germania, il tedesco mi ha stregata, e ora che sono tornata in Sardegna ho la tendenza a voler inseguire i turisti stranieri per strada, solo per parlarci un po’! L’inglese sta sempre al primo posto e pian piano sto cercando di raggiungere alti livelli, per soddisfazione personale, e invece quando viaggio mi piace imparare qualche parolina straniera da aggiungere alle mie conoscenze.
Chi ama il viaggio ama anche le lingue, in quanto sono il mezzo per comunicare e conoscersi in tutto il mondo. Che gusto c’è a viaggiare sempre e solo con una guida italiana per non sforzarsi a parlare in altre lingue, o almeno in inglese?
La parolina Wanderlust è solo una delle tante parole straniere che fa molto “figo”, ma è anche vero che racchiude quel gruppo di persone che non viaggiano per il gusto di mostrarlo agli altri, ma lo fanno perché è una passione, un istinto da nomade che hanno dentro.
E tu, da cosa capisci che sei entrato nella
trappola del viaggio? Da cosa ti accorgi che il viaggio
è una delle poche costanti che ormai riempiono la tua vita
e che ti soddisfano come nient’altro riesce a fare?