Trekking sull’Isola di Tavolara

trekking sull'isola di tavolara

Il trekking sull’Isola di Tavolara è la più bella escursione della Gallura. 6 km di camminata, più di 500 metri d’altezza e una vista pazzesca.

La Sardegna è una di quelle terre magiche e selvagge che merita di essere visitata in lungo e in largo, dalle alte scogliere a picco sul mare all’entroterra roccioso, ricco di cascate e fiumi e caratterizzato da una vegetazione aspra e mediterranea. Le migliori attività per scoprire l’isola sono i trekking e le ferrate, organizzati in ogni periodo dell’anno sia nei weekend che durante le feste comandate. È proprio durante una di queste feste che mi sono avventurata in un trekking lungo 6 km alla scoperta dell’Isola di Tavolara, un maestoso massiccio alto più di 500 metri che si erge sopra il livello del mare, a poca distanza dalla costa nord-est della Sardegna, nel territorio di Olbia.

Siamo in Gallura, una delle zone più belle del mediterraneo, conosciuta per le tantissime calette nascoste, il turchese del mare che si fonde con il blu notte e i panorami unici che riescono a incantare chiunque.

La nostra giornata inizia alle nove del mattino, dove da Cala Finanza prendiamo un gommone che ci porta alle pendici del massiccio calcareo, sulla spiaggia dello Spalmatore di Terra, situato all’estremità occidentale dell’isola.

Iniziamo il trekking già muniti di imbragature e caschetti e ci avventuriamo all’interno della vegetazione, lungo uno stretto percorso che pian piano diventa sempre più ripido e in salita.

Camminiamo veloci ma la fatica inizia già a farsi sentire appena dopo un chilometro e il momento di fare una breve sosta non impiega molto ad arrivare; ci fermiamo in una piazzola da dove si intravede la spiaggia che ci siamo lasciati alle spalle tempo prima.

Il sole si è già alzato da dietro le montagne calcaree dell’isola e adesso illumina tutto il mare sottostante, creando delle sfumature che vanno dallo smeraldo all’azzurro del cielo.

Continuiamo la nostra salita tra alberi e arbusti spinosi e arriviamo alla prima cengia rocciosa, che oltrepassiamo arrampicandoci sopra dei rami di ginepro chiodati alla roccia. Elicrisi spuntano in ogni angolo, colorando il bosco di lentisco e file di alberi si intrecciano sopra le nostre teste, creando un riparo dai raggi del sole.

trekking sull' isola di tavolara

Il nostro trekking prosegue in salita, superando grosse rocce e aiutandoci con delle corde legate a qualche ramo e in breve tempo arriviamo ad una scala nella roccia. Siamo già a molti metri d’altezza e la vista è impareggiabile ma il tragitto per salire in cima è ancora lungo. 

Ovviamente non potevo evitare una delle mie figure. Ho incominciato a ridere della situazione e del fatto che non sapevo come salire così, in preda a una mancanza di forze per darmi la spinta con le braccia, la guida mi ha dovuto tirare su con una corda! 

Ah ma non è la prima volta che mi devono aiutare con questo metodo, ma vi parlerò dell’altra avventura in un altro post…una brutta figuraccia alla volta grazie!

LEGGI ANCHE: 40 COSE DA FARE IN SARDEGNA

Tra risate e chiacchiere continuiamo la salita e finalmente giungiamo alla piccola ferrata che ci porta in cima. Agganciamo i moschettoni e ci arrampichiamo sulle bianche falesie calcaree. In 15 minuti siamo in cima, nella vetta più alta dell’isola.

Siamo su Punta Cannone a 564 metri d’altezza e davanti a noi si estende un panorama che lascia a bocca aperta: il Golfo di Olbia, Capo Coda Cavallo, Capo Figari e ancora Cala Brandinchi, La Cinta e Budoni. Lo sguardo giunge fino a Caprera e alle montagne innevate della Corsica che si innalzano da una coltre di nebbia.

La Madonnina ricoperta di bracciali sorveglia dall’alto tutta la costa e un libro giace riposto all’interno di un contenitore: è qui che gli escursionisti lasciano le loro firme, come impronte del proprio passaggio.

trekking sull'isola di tavolara

Il vento sferza forte (se avete intenzione di visitare l’isola consiglio una giacca a vento) e i dolori alle gambe iniziano a farsi sentire, ma la meravigliosa vista ci fa scordare tutte le fatiche e il sudore messo per salire fino in cima e le caprette che saltano di qua e di là tra le rocce, a poca distanza da noi, ci fanno dimenticare per un attimo dove ci troviamo.

Se dalla costa della Sardegna la punta dell’Isola di Tavolara può sembrare una zona arida e prevalentemente rocciosa, una volta in cima si scopre un’oasi verde: i mille fiori colorati che ricoprono come un manto la terra e gli antichi alberi che resistono nonostante le intemperie e il forte vento, inclinandosi da un lato senza mai sradicarsi dalla terra. I picchi di roccia bianca invece si fondano con l’azzurro del cielo, quasi a baciarsi.

Un panino al volo seduti in prossimità del dirupo e tantissime foto ricordo dopo, siamo pronti per la discesa. 

Ora, qui ci sono solo due modi per scendere. Fare di nuovo la ferrata oppure farsi calare con una corda. Ecco, dopo tutta quella strada fare la ferrata all’inverso, con le ginocchia che cedono e i dolori alle braccia, non è molto fattibile, almeno per chi non ha tanta esperienza e l’unico modo per non restare bloccati in cima è quello di calarsi lungo la roccia. 

La guida tira fuori corde e moschettoni e si mette in posizione. Tra risate e urla di incitamento si cala la prima persona del gruppo e a seguire tutti gli altri.

Ricordate che soffro di vertigini? Appunto, io ero un mix di “dai calatemi subito così mi tolgo il pensiero” e “no, io resto qui e mi faccio venire a prendere da un elicottero”. Fortunatamente è stata meno tragica di quanto mi aspettassi e la guida è stata così pacata da farmi togliere tutta la paura e riporre un po’ più fiducia nella corda. 

trekking nell' isola di tavolara

Con le gambe leggermente aperte e rigide inizio la discesa e in meno di un minuto mi ritrovo a terra, sana e salva! Ovviamente l’ansia non mi ha abbandonato neppure un secondo e sicuramente non lo rifarò volentieri, ma è stata un’altra di quelle belle esperienze da immagazzinare e tenere tra i ricordi.

Dopo circa 10 minuti di camminata arriviamo alla valle della Bocca del Cannone, un grande spiazzo verde dove la vegetazione ha preso il sopravento ricoprendo il terreno di piccole piante che ricordano molto quelle della giungla. Il metodo più facile per scendere giù è prendere una piccola via ferrata posta su una parete rocciosa a strapiombo sul bosco sottostante. 

LEGGI ANCHE: VIA FERRATA CASTEL MEDUSA

In un’oretta siamo di nuovo in spiaggia, stanchi ed esausti, con le gambe che tremano (perché si sa, il ritorno è quasi peggio dell’andata) e una voglia assurda di addentare un boccone di qualsiasi cosa commestibile.

È una di quelle avventure che consiglio vivamente! Se vi trovate nei paraggi di Olbia non perdete l’occasione di visitare Tavolara, ritrovare il contatto con la natura, provare nuove esperienze e conoscere persone nuove.


IL REGNO DI TAVOLARA

Tavolara non è sempre stata un’isola selvaggia amata dagli escursionisti, ma in passato era riconosciuta come il più piccolo regno del mondo. 

Nel ‘700 la famiglia Bertoleoni giunse sulla costa della Sardegna, circondando la Corsica, e si stabilì sull’Isola di Tavolara dove si dedicò all’allevamento delle capre selvatiche.

Nel 1836 Carlo Alberto di Savoia, durante una giornata di caccia, notò l’isola sconosciuta e decise di visitarla. Una volta arrivato a destinazione incontrò Giuseppe Bertoleoni che si presentò a lui come Re di Tavolara. I due passarono una settimana assieme e il giorno della partenza Carlo Alberto promise e Giuseppe che avrebbe reso l’isola indipendente dalla Sardegna.

trekking sull' isola di tavolara

A Giuseppe succedette il figlio Paolo ed è proprio durante il suo “regno” che finalmente la famiglia Bertoleoni ottenne il diritto di proprietà su tutta l’isola. Successivamente il Re Paolo I ebbe un figlio di nome Carlo che diventato re a sua volta ospitò anche la regina Vittoria d’Inghilterra.

Ancora oggi a Buckingham Palace è esposta la foto di questo incontro, con sotto la dicitura “La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo”.

Sull’isola si trova anche il cimitero della famiglia reale, posto sulla punta della spiaggia dello Spalmatore di Terra.

 

 

Beh che dite, vale la pena faticare e sudare per scoprire

questo luogo aspro e selvaggio che, oltre alla bellezza naturale, 

custodisce passati reali? 

 

E voi siete mai stati sull’Isola di Tavolara?